Da: CERCO UN POSTO AL SOLE PER IL DUBBIO, Intervista con Leda Zečkovič, «De revisor», Amsterdam, marzo 1984 – D. Kiŝ, Homo poeticus, pag 179
La letteratura vuole, in primo luogo, essere diversa e cerca sempre la soluzione ottimale, quella che riuscirà meglio a inglobare la totalità del mondo e dei fenomeni, sforzandosi contemporaneamente di evitare la banalità della semplice visione «borghese»: tende verso quello che i formalisti russi chiamavano «straniamento» ostranenie e che si può raggiungere tanto con il «grado zero della scrittura» quanto con altre soluzioni formali. Sono possibili le scoperte in entrambi i casi. E anche le sconfitte, ovviamente.
(Nell’ottica di uno studio sul fallimento in letteratura, ndr)
Pubblicato da Luca Mignola
È autore del libro "Racconti di Juarez del Sud" (Wojtek, 2019). Dal 2010 rifonda insieme a Alfredo Zucchi la rivista web CrapulaClub, che ha co-diretto fino a Giugno 2019 (anno della chiusura). Suoi articoli sono usciti su “Cattedrale Magazine” e “Pagine Inattuali”. Sui racconti sono apparsi su “Altri Animali” “Verde Rivista”, “Nazione indiana”, “Neutopia”. Nel 2018 il suo racconto “L’educazione del Topo” entra nell’antologia Anatomè – dissezioni narrative (Ensamble, 2018). Il racconto “Transkafkamento” fa parte dell’antologia Vocabolario minimo delle parole inventate (Wojtek, 2019). Dal settembre 2020 entra a far parte della redazione di “Ostranenie”, collana di critica e teoria letteraria per Wojtek.
Mostra tutti gli articoli di Luca Mignola